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Demolita la centrale nucleare di Gundremmingen (con 600 kg di esplosivo): è la fine di un’era per la Germania

Germana Carillo
27/10/2025 16:30:00

Esplose, boom!, le 56mila tonnellate di cemento delle due torri di raffreddamento della centrale nucleare di Gundremmingen, in Baviera – impianto inattivo dal 2017 – sono state fatte sgretolare sabato scorso davanti a circa 30amila spettatori e sotto 600 chilogrammi di esplosivo in oltre 1800 fori.

Si chiude così, definitivamente, un’era e svanisce uno dei simboli della svolta tedesca verso l’abbandono del nucleare, oltre che dello skyline della zona (e il materiale sarà riciclato come inerte per l’edilizia. RWE, la società energetica che ha gestito l’impianto, assicura che le torri non sono mai entrate in contatto con la radioattività durante la loro fase operativa).

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L’abbattimento delle torri di Gundremmingen, la cui centrale aveva cessato l’attività alla fine del 2021, segna insomma una tappa importante nella fase di smantellamento che si protrarrà per anni. La decisione di uscire dal nucleare è stata rafforzata dopo il disastro di Fukushima nel 2011, ma i suoi effetti si sono manifestati in un contesto geopolitico ed economico radicalmente mutato.

Il dilemma energetico tedesco

Il dibattito sulla lungimiranza della scelta tedesca si è riacceso con l’aumento dei prezzi dell’energia e le difficoltà di approvvigionamento seguite all’invasione russa dell’Ucraina.

Ritorno al Nucleare? Molti esponenti politici, in particolare proprio in Baviera come il ministro-presidente Markus Söder, hanno sollevato l’ipotesi di un ripensamento. Tuttavia, l’opposizione di operatori del settore come RWE sottolinea la lentezza e i costi proibitivi della costruzione di nuovi impianti, rendendola una soluzione non praticabile per la crisi energetica attuale.

E poi, non solo: la vera vulnerabilità della politica energetica tedesca non è stata l’abbandono del nucleare, ma l’eccessiva e prolungata dipendenza dal gas russo a basso costo, una strategia bipartisan che ha garantito competitività all’industria ma ha creato un legame pericoloso con Mosca. Il blocco delle forniture ha messo in luce la fragilità di un modello basato su combustibili fossili esterni, accelerando la necessità di una vera autonomia energetica.

Il punto è sempre quello: l’energia nucleare non può essere considerata una soluzione green o sostenibile a lungo termine, nonostante il suo vantaggio di generare elettricità a basse emissioni durante il funzionamento.

Il problema irrisolto delle scorie radioattive

Questo è il punto più critico. Le scorie nucleari rimangono radioattive e pericolose per migliaia di anni, richiedendo soluzioni di stoccaggio geologico profondo che sono estremamente costose, complesse da realizzare e soggette a rischi a lungo termine. Nessun paese ha ancora trovato una soluzione definitiva e pienamente accettata per lo smaltimento sicuro e permanente di tutti i tipi di rifiuti radioattivi.

Il nucleare, per sua natura, è intrinsecamente legato al rischio di incidenti (come Chernobyl o Fukushima) che, seppur rari, hanno conseguenze ambientali e umane catastrofiche e a lunghissimo termine. A ciò si aggiunge il problema della proliferazione nucleare e della sicurezza degli impianti di fronte ad attacchi o calamità naturali.

I tempi lunghi e i costi elevati

Come confermato anche dagli operatori tedeschi, la costruzione di nuove centrali è estremamente lenta (spesso decenni) e molto costosa, con frequenti sforamenti di budget. Questi tempi e costi rendono il nucleare una risposta inefficace alle crisi energetiche immediate e drenano risorse finanziarie che potrebbero essere investite in soluzioni più rapide ed economiche.

La vera transizione energetica sarebbe l’unica strada per l’indipendenza energetica e la lotta alla crisi climatica, accelerando massicciamente gli investimenti in: fonti rinnovabili e in efficienza energetica e stoccaggio (riduzione dei consumi e sviluppo di tecnologie avanzate di accumulo per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili).

L’esperienza tedesca, sebbene abbia avuto la critica di sostituire il nucleare con gas fossile, non invalida l’obiettivo di un mondo libero dall’atomo. In molti sono convinti che l’energia nucleare sia una tecnologia del passato che crea problemi ambientali e di sicurezza per le generazioni future. La soluzione è nelle energie rinnovabili, che offrono una via rapida, pulita, economicamente competitiva e decentralizzata per raggiungere la vera autonomia energetica.

Fonte: RWE

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Articolo di Green Me