Oltre 700 nidi di Caretta caretta nelle nostre spiagge solo nel 2025: questo il risultato straordinario per queste bellissime tartarughe marine, particolarmente soggette all’impatto dell’uomo. Ma anche i cambiamenti climatici hanno influito sul risultato, rendendo le spiagge più “attraenti” per la specie.
Un lavoro instancabile di ricercatori e volontari
Il risultato, di certo un successo, è frutto in gran parte del lavoro instancabile di ricercatori e ricercatrici che si dedicano ad attività di monitoraggio e protezione dei nidi, ma anche dei volontari e delle volontarie di diverse associazioni, alcune delle quali coordinate dal progetto LIFE Turtlenest, iniziato ufficialmente il 9 gennaio 2023 e che terminerà l’8 aprile 2028, con capofila Legambiente e vari partner da Spagna, Francia e Italia (tra cui ISPRA).
Nuovo record storico per le tartarughe marine in Italia! – scrive Legambiente in un post su Instagram – Nel 2025 sono stati censiti oltre 700 nidi di Caretta caretta lungo le nostre coste, registrando un +60% rispetto al 2023 e nuovo massimo mai registrato!
Le regioni che hanno registrato il più alto numero di nidificazioni, in particolare, sono Sicilia, Calabria, Campania e Puglia (come in realtà era prevedibile).
Ma non possiamo fermarci qui. Adesso la priorità è dare una tutela legale stabile alle nuove spiagge “calde” della riproduzione: per questo chiediamo alle Regioni e agli enti competenti di estendere e istituire nuovi Siti Natura 2000 per proteggere questi luoghi preziosi. Solo così potremo trasformare questo straordinario successo in una storia di resilienza duratura
I cambiamenti climatici
Anche i cambiamenti climatici, però, hanno giocato un ruolo. Come riportato su uno studio condotto dall’Università di Palermo e pubblicato lo scorso aprile su Ecology and Evolution, il riscaldamento globale ha reso alcune spiagge ancora più adatte lungo la costa settentrionale della Sicilia.
La ricerca, in particolare, è stata condotta raccogliendo dati dal 1979 al 2022 sui nidi della specie attraverso diverse fonti, tra cui letteratura, registrazioni di monitoraggio del Progetto Tartarughe del WWF, segnalazioni di infestazioni della fauna locale, articoli online, riferimenti su siti web e social network spesso correlati alle attività di monitoraggio, utilizzando un GIS per realizzare mappe di distribuzione.
In questo modo, i ricercatori hanno aggiornato e stabilito un elenco completo dei siti di nidificazione in Sicilia e nelle sue isole minori, indagato la distribuzione e l’idoneità ambientale della nidificazione delle tartarughe marine Caretta caretta in Sicilia.
©Ecology and Evolution
Parallelamente, hanno scaricato gli indicatori bioclimatici tramite il Copernicus Climate Change Service, proiettato i predittori sul dataset di WorldClim, e realizzato così modelli di distribuzione dell’idoneità ambientale (SDM) con il software MaxEnt. Infine, la mappa di distribuzione dei nidi di Caretta caretta e quella di idoneità ambientale sono state sovrapposte alla mappa dei siti Natura 2000 in Sicilia.
I risultati hanno confermato che le principali aree di nidificazione sono concentrate principalmente lungo le coste meridionali e orientali della Sicilia, con numeri in aumento osservati negli ultimi a E anche che, sì, il riscaldamento globale ha reso alcune spiagge ancora più “attraenti”, soprattutto lungo la costa settentrionale dell’isola principale.
L’aumento demografico degli eventi di nidificazione in Sicilia è indotto inoltre da uno spostamento verso nord della distribuzione della specie, guidato a sua volta dall’aumento delle temperature e probabilmente dovuto ai cambiamenti climatici.
©Ecology and Evolution
La notizia, dunque, è senz’altro bellissima per la specie, ma qualcuno potrebbe dire che non è tutto oro quello che luccica.
Fonti: Legambiente/Instagram / Ecology and Evolution
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