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Viaggi

Questo antico borgo siciliano ha conquistato il Guardian: è fra le “gemme nascoste” più belle d’Italia

Marco Crisciotti
08/12/2025 08:31:00

Si trova in Sicilia, nel cuore dei monti delle Madonie, lontano dalle rotte battute dal turismo di massa. Gangi è un piccolo borgo di circa seimila abitanti che ha conquistato le pagine del Guardian, dove è stato inserito nella classifica dei luoghi italiani meno conosciuti ma degni di visita. Il quotidiano britannico ha raccolto le testimonianze dei propri lettori, che hanno percorso la Via dei Frati, l’antico cammino di 166 chilometri che collega Caltanissetta a Cefalù attraversando proprio Gangi.

Il responso dei viaggiatori è assolutamente positivo, con descrizioni di paesaggi sublimi ed un’esperienza complessiva davvero soddisfacente, capace di restituire quel senso di autenticità tipico dei luoghi poco battuti dal turismo di massa. Il borgo di Gangi rappresenta una delle tappe più suggestive del cammino, dove ogni giornata si conclude con la scoperta di un piccolo centro storico siciliano. La Via dei Frati ricalca i percorsi che i monaci questuanti compivano per secoli, dai conventi maggiori alle campagne più remote, per raccogliere la questua da dividere con i più bisognosi.

gangi

@circumnavigation/123rf

Dalle origini leggendarie alla ricostruzione medievale

Gangi sorge su una collina a oltre mille metri di altitudine e offre una vista panoramica sulle Madonie. Le sue origini si perdono nella leggenda, quando alcuni studiosi lo identificano con l’antica città cretese di Engyon. I primi documenti storici attestano l’esistenza del borgo nel XII secolo, nella località di Gangivecchio. Il paese venne distrutto nel 1299 durante la guerra dei Vespri e ricostruito sul vicino Monte Marone, dove si trova ancora oggi.

Il centro storico e le architetture religiose

L’aspetto attuale di Gangi ne riflette la storia medievale e rinascimentale. Le case in pietra si dispongono a gradoni lungo il pendio, creando un tessuto urbano compatto fatto di vicoli stretti e piazzette. Corso Giuseppe Fedele Vitale, che potete osservare nell’immagine sottostante, rappresenta l’arteria principale del borgo, intitolata al medico e poeta settecentesco che fu segretario dell’Accademia degli Industriosi. Il corso attraversa il centro storico collegando i principali monumenti e piazze, dove si affacciano palazzi nobiliari, botteghe artigiane e caffè storici.

Gangi corso giuseppe fedele vitale

@wikipedia

Le facciate colorate, i balconi fioriti e i portali in pietra caratterizzano l’architettura del borgo. Nella piazza principale si erge la Chiesa Madre di San Nicolò, fondata nel XIV secolo e ampliata nei secoli successivi. All’interno conserva opere di Giuseppe Salerno, pittore locale del Seicento noto come “lo Zoppo di Gangi”, e sculture di Filippo Quattrocchi.

La cripta della Chiesa Madre ospita una particolarità macabra: le mummie di oltre cento sacerdoti che prestarono servizio a Gangi tra il 1725 e il 1872. I corpi, conservati in posizione eretta e vestiti con gli abiti ecclesiastici, rappresentano una testimonianza delle antiche pratiche di imbalsamazione.

Altri edifici religiosi arricchiscono il patrimonio del borgo, come il Santuario dello Spirito Santo, risalente al XIV secolo, al cui interno è conservato un affresco di Cristo Pantocratore nel catino absidale, e l’Abbazia di Gangivecchio, fondata nel 1363 dai benedettini, che per due secoli fu il monastero più importante della Sicilia centro-settentrionale e che oggi è diventata una residenza privata, dopo l’abbandono da parte dei monaci nel XVII secolo.

Palazzo Bongiorno e i segreti massonici

Palazzo Bongiorno rappresenta un caso particolare. Costruito nel Settecento per volere del barone Francesco Benedetto Bongiorno, ospitava l’Accademia degli Industriosi, un circolo massonico che promuoveva idee gianseniste e illuministe. Gli affreschi delle sale riprendono simboli massonici e allegorie filosofiche, facendo del palazzo una “dimora filosofale” ricca di messaggi cifrati.

Torri, castelli e famiglie nobiliari

La Torre dei Ventimiglia, costruita nel XIV secolo come torre feudale, venne in seguito inglobata nella Chiesa Madre come campanile. Il castello di Gangi, edificato tra la fine del XIII e i primi decenni del XIV secolo dalla famiglia Ventimiglia, domina il borgo dall’alto. La fortezza passò poi ai Graffeo e ai Valguarnera, che mantennero il titolo di principi di Gangi fino all’Ottocento.

L’assedio di Cesare Mori

Il borgo visse momenti drammatici nel 1926, quando il prefetto Cesare Mori ordinò l’assedio di Gangi per stanare banditi e mafiosi. L’operazione, condotta con metodi durissimi, rappresentò una delle azioni più famose del “prefetto di ferro” voluto da Mussolini per combattere la criminalità organizzata in Sicilia.

Il borgo dei borghi e la rinascita

Gangi ha ottenuto riconoscimenti importanti negli ultimi anni. Nel 2012 è stato proclamato Comune Gioiello d’Italia e nel 2014 ha vinto il titolo di “Borgo dei Borghi“, il più bel borgo italiano, riconoscimenti che hanno aumentato la visibilità del paese, attirando visitatori interessati alla sua autenticità. L’amministrazione comunale ha anche avviato il progetto delle case a un euro, per ripopolare il centro storico e contrastare lo spopolamento che affligge molti borghi dell’entroterra siciliano.

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Articolo di Green Me