Con l’aumento dei prezzi degli immobili e la progressiva riduzione delle case disponibili per affitti a lungo termine, l’emergenza abitativa è diventata una delle sfide sociali più urgenti negli Stati Uniti. In questo contesto, Ikea US ha scelto di intervenire in modo pratico, costruendo una mini abitazione destinata agli anziani senza fissa dimora di San Antonio, in Texas. L’obiettivo era realizzare uno spazio capace di rispondere ai bisogni reali di persone che hanno vissuto per anni senza una casa stabile.
Una mini casa pensata attorno alle esperienze dei residenti
Il progetto, sviluppato insieme allo studio WestEast Design Group, parte da un principio chiaro: un alloggio temporaneo non è sufficiente se non tiene conto del vissuto di chi lo abiterà. Per questo la struttura è inserita in una comunità che comprende circa 200 micro-abitazioni, camper e piccoli appartamenti, distribuiti su un’area che un tempo ospitava un drive-in.
A questi spazi si aggiungono servizi di assistenza, aree ricreative e percorsi di supporto sociale. Le prime assegnazioni hanno coinvolto una settantina di residenti, quasi tutti persone con disabilità o storie di lunga vita in strada; altri sessanta ingressi sono previsti nei mesi successivi.
Un ambiente studiato per sicurezza, comfort e autonomia
La mini casa misura 33 metri quadrati e rappresenta un prototipo che Ikea potrebbe replicare altrove. L’arredamento era stato precedentemente allestito in un negozio Ikea, così da poter essere osservato e perfezionato prima dell’installazione definitiva. Uno degli aspetti centrali è la sicurezza, garantita anche da finestre alte e strette, pensate per lasciare entrare la luce senza compromettere la privacy.
All’interno, ogni elemento è studiato secondo un approccio di progettazione informata sul trauma, che valorizza la possibilità per gli abitanti di prendere decisioni autonome. Per questo i mobili sono facili da spostare, permettendo alla persona di configurare lo spazio in modo personale e rassicurante.
In camera da letto dominano toni chiari e neutri, mentre il bagno ospita una vasca, scelta simbolica e pratica insieme: un’alternativa alle docce dei centri di accoglienza, spesso associate a situazioni di disagio. La Housing First Community Coalition, che gestisce l’intera area, monitorerà l’efficacia del progetto per valutarne la possibile estensione.
Fonte: WestEast Design
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