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Salute

Se mangi spesso queste tipologie di frutta e verdura potresti avere più pesticidi nel corpo

Francesca Biagioli
25/11/2025 09:30:00

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, condotto dagli scienziati dell’Environmental Working Group (EWG), lancia un allarme importante: il consumo regolare di alcuni tipi di frutta e verdura può aumentare in modo significativo i livelli di pesticidi nel nostro organismo. E non si tratta di un dettaglio marginale. I residui di queste sostanze sono ormai onnipresenti nella nostra alimentazione quotidiana e, secondo crescenti evidenze scientifiche, anche le esposizioni considerate “basse” potrebbero contribuire nel tempo a effetti nocivi sulla salute.

Molti pesticidi sono infatti collegati a un ampio spettro di rischi: dall’aumento dell’incidenza di alcuni tumori ai danni al sistema riproduttivo, dalle interferenze ormonali ai possibili effetti sullo sviluppo neurologico dei bambini. Quest’ultima è una preoccupazione particolarmente grave, poiché i più piccoli rappresentano la fascia più vulnerabile, esposti durante fasi critiche della crescita in cui anche piccole quantità di sostanze tossiche possono avere conseguenze a lungo termine.

Eppure la soluzione non può e non deve essere rinunciare a frutta e verdura. Come sottolineano gli stessi ricercatori, i prodotti vegetali restano alla base di una dieta equilibrata, ricca di nutrienti, fibre e antiossidanti essenziali per la nostra salute. Il vero obiettivo è capire come ridurre l’esposizione ai pesticidi senza sacrificare i benefici di un’alimentazione sana e varia.

Ed è proprio qui che lo studio dell’EWG si rivela prezioso: ci aiuta a identificare quali alimenti contribuiscono maggiormente all’accumulo di pesticidi nel corpo e ci offre gli strumenti per scegliere in modo più consapevole ciò che portiamo a tavola ogni giorno.

Pubblicata sull’International Journal of Hygiene and Environmental Health, la ricerca dell’EWG ha unito per la prima volta tre insiemi di dati fondamentali. Da una parte i residui di pesticidi rilevati dal Dipartimento dell’Agricoltura USA nei prodotti freschi tra il 2013 e il 2018, dall’altra le abitudini alimentari di 1.837 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey, e infine i biomarcatori di pesticidi misurati nelle loro urine nel biennio 2015-2016.

Sovrapponendo queste informazioni, gli scienziati hanno creato un vero e proprio “punteggio di esposizione alimentare ai pesticidi” per stimare quali prodotti contribuiscono maggiormente ad aumentare il carico tossico nel nostro organismo.

Frutta e verdura più a rischio

I risultati dello studio parlano chiaro: chi consuma maggiori quantità di frutta e verdura con residui elevati (come spinaci, fragole e peperoni) è risultato associato a livelli di pesticidi molto più elevati nelle urine rispetto a chi preferisce alimenti con residui minori.

In questo senso ci viene in aiuto la “Dirty Dozen” del 2025, stilata sempre da EWG, un elenco dove si segnalano i 12 ortaggi e frutti più contaminati da pesticidi. Questo l’elenco:

Oltre a questi alimenti, l’EWG ha segnalato anche altri prodotti con livelli di tossicità particolarmente elevati:

Leggi anche: Sporca Dozzina 2025: cosa c’è nella tua frutta e verdura? Scopri la lista dei 12 prodotti con più pesticidi

pesticidi frutta verdura studio

@International Journal of Hygiene and Environmental Health

Come spiega l’autrice principale Alexis Temkin:

i risultati confermano che ciò che mangiamo influenza direttamente il livello di pesticidi nel nostro organismo.

Il rischio è particolarmente elevato per bambini piccoli e donne incinte, più vulnerabili agli effetti tossici di queste sostanze.

I numeri dello studio sono impressionanti: sono stati rilevati residui misurabili di ben 178 pesticidi diversi tra frutta e verdura analizzate. Di queste, solo 42 sostanze erano rilevabili come biomarcatori nelle urine, ma sufficienti a mostrare un legame diretto e inequivocabile con ciò che le persone avevano mangiato. Un dato importante emerso dalla ricerca è che l’esposizione riguarda sempre miscele di pesticidi, non singole sostanze isolate.

Per ottenere risultati significativi, i ricercatori hanno dovuto escludere le patate dall’analisi. Il motivo? Sono consumate in modi estremamente diversi — fritte, al forno, bollite, trasformate — e questo rende difficile stimare l’esposizione reale ai pesticidi attraverso il solo consumo di “patate” come categoria generica.

Un problema regolatorio: l’esposizione cumulativa non è considerata

Lo studio mette in luce anche un’importante lacuna normativa che dovrebbe farci riflettere. Negli Stati Uniti, come in molte altre parti del mondo, i limiti di sicurezza vengono stabiliti valutando un pesticida alla volta, senza mai considerare l’effetto combinato delle numerose sostanze presenti contemporaneamente nella dieta.

Eppure la realtà è ben diversa: siamo esposti ogni giorno a veri e propri cocktail di pesticidi che possono interagire tra loro e amplificare gli effetti sulla salute. Secondo l’EWG, il metodo utilizzato in questo studio — che unisce analisi dei residui nei prodotti, valutazione della tossicità e biomonitoraggio — potrebbe diventare uno strumento prezioso per migliorare le valutazioni del rischio, soprattutto per le fasce più sensibili della popolazione.

Cosa possiamo fare

La raccomandazione dell’EWG è chiara: continuare a mangiare frutta e verdura, ma con qualche attenzione strategica in più.

Preferire il biologico per gli alimenti più contaminati

Passare da prodotti convenzionali a biologici riduce i biomarcatori dei pesticidi nel corpo nel giro di pochi giorni. Quando possibile, la scelta biologica dovrebbe avere la priorità soprattutto per gli alimenti che entrano regolarmente nella “Dirty Dozen”, la lista annuale che l’EWG pubblica ogni anno insieme alla “Clean Fifteen”, che raccoglie invece i prodotti meno contaminati come avocado, ananas, mais, cipolle, funghi e cavolfiori.

Lavare bene frutta e verdura

Un lavaggio accurato sotto acqua corrente, anche se non elimina completamente i pesticidi, può ridurne una parte significativa. Meglio evitare detergenti commerciali e preferire l’acqua corrente, eventualmente con l’aggiunta di bicarbonato per aumentare l’efficacia.

Variare la dieta

Alternare il più possibile frutta e verdura diverse è una strategia semplice ma efficace: permette di evitare un’esposizione regolare e concentrata agli stessi pesticidi, distribuendo meglio il “carico tossico” complessivo.

Fonte: EWG

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Articolo di Green Me